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Buon 2015, anno del Prendersi Cura.

Sono sempre stata una persona impegnata.
Impegnata a sognare prima, impegnata a fare poi.
Quest’anno però credo davvero di aver superato ogni limite mi fosse concesso.
Ho riunito nello stesso corpo: fotografa, cameriera, studentessa universitaria, scenografa, arch/designer.
L’anno del 2015 sarà perciò quello dello stop al multitasking [ehi vi sento voi la in fondo che sghignazzate e mormorate che non ce la farò!].
L’anno in cui recupero il tempo da spendere con gli affetti, che ho rilegato ad un minuscolo spazio vitale tra un lavoro e l’altro, l’anno in cui poter fare i biscotti senza sentirmi in colpa, perché devo fare cose più importanti, l’anno in cui risarcirmi del tempo e spazio dedicato a me stessa, passato a creare solo per la gioia di creare non per qualcuno o qualcosa, né per essere produttiva.
L’anno scorso avrei chiamato tutto ciò pigrizia, quest’anno vorrei cominciarlo a chiamare amor proprio.
Vorrei che fosse un anno votato all’Otium in cui rinchiudo la frenesia in una scatola che mi riprometto di non scoperchiare, come fosse un vaso di Pandora.
L’anno in cui ricomincio a dedicarmi alle piccole cose, più che a progetti titanici, in cui voglio poter aver il tempo di godermi le piccole felici quotidianità, poiché non sono decisamente fatta per i grandi successi, ma più per le piccole vittorie quotidiane.
Spero che il 2015 sia un anno in cui io riesca a viaggiare tantissimo, fuori e dentro di me, scoprendo quali sono i luoghi che mi rendono incommensurabilmente felice. In cui ogni giorno mi prendo cura, di me, degli altri, della qualità dei miei gesti, dei minuti del mio tempo.

Perciò, se al 2013 auguravo Gioia e Rivoluzione, al 2014 Consapevolezza, al 2015 auguro Cura.

Buon 2015 a tutti voi, che sia sognante, luminoso, votato al “prendersi cura”.

Un Abbraccio, Giui.

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CONSAPEVOLEZZA

2014 Consapevolezza

I buoni propositi sono categorie oniriche chimeriche che si autoestinguono nel momento stesso in cui vengono sancite. Ma, nonostante tutto, io continuo, verso il finire dell’anno, a ripropormeli lo stesso. La mia lista dei buoni propositi è così lunga che potrei riscrivere guerra e pace, che guarda caso è il titolo con cui si potrebbe nominare questo lungo anno appena concluso. Un anno che fino a 13 minuti fa consideravo alquanto negativo, mentre, di cui, da esattamente 5 secondi a questa parte avendolo categorizzato ormai come “passato”, posso dire anche qualcosa di bene.

Poiché, anche nel 2013 l’arte e la creatività hanno imperato e il mio ipertiroidismo mi ha permesso di fare cose che la mia pigrizia non immaginava neanche [Coltiviamo[ci], La Girandola Scacciapensieri, Can I tell you A Picture, ParliamodiParole, Poiesis e poi forsebohmistodimenticandoqualcosa].
Non ho costruito nessuno degli strumenti che un anno fa mi ero ripromessa di creare [tra cui: Caleidoscopio morale, Purificatore dalla realtà, Aspiratore di indecisioni, Rilevatore di autenticità etc..],ma ne ho ideati altri che non mi passavano nemmeno per la testa. Credo che più che il raccolto, l’importante del 2013 sia stata la semina.

L’anno scorso era cominciato con il proposito della “Gioia e Rivoluzione”.

Quest’anno con quello della Consapevolezza.

[Si, ok, forse sarei dovuta arrivarci prima che per fare una rivoluzione prima ci vuole la consapevolezza di cosa ti stai rivoluzionando…ma chi non si è mai dimenticato di salare l’acqua prima di buttare la pasta? Si, ok, non è una scusa valida, ma era così per sviare il discorso…]

Si, Heidegger, Kierkegaard e gli Area sono tra i filosofi che preferisco.

Si, credo fermamente che se Martin e Soren fossero vissuti qualche tempo dopo avrebbero fondato un gruppo prog-rock.

Si, quindi, il mio augurio per il 2014 è questo: CONSAPEVOLEZZA

Prendere il potere su se stessi, sciogliersi i capelli, mettersi davanti allo specchio e parlarsi chiaro. Accettare i limiti, incitare le proprie potenzialità.

Buona Consapevolezza

Giui

ps: cahier du bonheur by Zelda was a Writer

Se un giorno vorrai
il tuo cervello
Tu farai quello che già sai:
sciogli i capelli, sali insieme a me,
Viaggia nel cielo tra luci di stelle,
Cavi d’acciaio che danzano muti,
Lascia partire il tuo ascensore.
Tu allora vedrai
tutta la squallida realtà
di un tabù che l’umanità
ha sempre vissuto senza libertà
tutto l’amore ridotto nel nulla
riposa vecchio tra mostri di muffa
Lascia partire il tuo ascensore.
Schiaccia sul muro senza pietà
La tua morale che ti vuole ancora
imprigionato tra mediocrità
Lascia partire il tuo ascensore
Lascialo andare e prendi il potere.

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