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L’APERITIVO DEL VENERDì COL SIGNOR CILDO MEIRELES [di sinestesia ed altre metafore liriche]

Cildo sorseggia lentamente una Caipirinha, perché dai, tutti se ci immaginiamo Cildo Meireles sorseggiare qualcosa è sicuramente una Caipirinha, mentre io non tradisco il mio fedele bicchiere di vino rosso fermo.
Ed è sempre sorseggiando che entriamo in un labirinto di trasparenze, in cui materiali trasparenti ma esiziali intralciano il passaggio ma permettono alla mia vista di scorrere oltre. L’occhio arriva a toccare quel che il passo non riesce a raggiungere. Sotto ai piedi lo scricchiolio di vetri, si, sono proprio vetri quelli che sto calpestando, frammentando coi miei stessi passi…cerco di romperli con attenzione, ma come si fa a rompere qualcosa con attenzione?
Cildo: “La senti? questa sensazione che provi è  l’attenzione che mette in allerta i tuoi sensi, per non correre il rischio di farti male. Sei in uno stato di allerta, che ti rende più ricettiva ed è questo lo stato perfetto per cogliere quello che ti voglio mostrare. Questi ostacoli sparsi nel labirinto sono le situazioni quotidiane di limitazione che esperisci durante il tuo percorso interiore, ma sono ostacoli che puoi spezzare fisicamente, come stai facendo coi vetri sotto i tuoi piedi per arrivare dove già da prima sei arrivata col tuo sguardo”

Atraves

senza titolo-001-2Através (1983-1989)Reti da pesca, voile, vetro rinforzato, reti da bestiame, carta, veneziane, sbarre, tralicci di legno, acquario, reti, filo spinato, catene, corda, cellophane…

G: “Signor Cildo non mi parli di ostacoli, io sono un mago nella rottura di vetri, oltre che di ostacoli, faccio della paura la prima arma per rompere i miei limiti…finché a volte non mi paralizzo completamente, può succedermi spesso davanti ai ricordi”
C: “I ricordi non si possono gestire, sono evocati da aspetti che a noi possono sembrare insignificanti, ma che per qualche oscura ragione mettono in atto questo meccanismo, secondo il mio parere uno degli elementi che permette di innescare questo meccanismo è la sinestesia, l’accostamento di piani sensoriali diversi”
Babel, 2001 apparecchi radiofonici di varie epoche accesi su decine di canali radiofonici diversi trasmessi simultaneamente

G: per me uno degli elementi più importanti che evoca i ricordi è l’odore, come quello che sento in questo momento, che addirittura mi evoca ricordi non miei, ma che posso immaginare.
C: “questo odore pungente è quello della storia americana che si edifica sulle ossa di ciò che ha distrutto. E’ l’odore delle 3 tonnellate di ossa di bue, delle 70.000 candele di paraffina di cui è costituito questo muretto che racchiude quel tepee creato con 6000 banconote dei diversi paesi americani. Invece, il rumore che senti è una sega elettrica, come quella che è stata usata per la distruzione delle foreste.  “Mi piace utilizzare i materiali per quello che sono e per quello che simboleggiano. Per questo uso dei materiali che le persone possano riconoscere immediatamente”.

Olvido

Olvido Olvido (1987-1989) Legno, 70.000 candele di paraffina, carbone, 3 tonnellate di ossa di bue, tepee indiano realizzato con 6.000 banconote di paesi americani, casse, lampada.

C: Fragilità e pericolo, che si percepiscono solo se si sperimentano su stessi. Solo attraverso questa esperienza si può capire davvero di cosa voglio parlare. Come il “camminare sulle uova”, 22.000 per la precisione, con un soffitto di proiettili che incombe, come un letto di aghi pronto a trafiggerci. non so se hai mai provato questa sensazione.
G: in realtà credo che l’abbiano provata tutti almeno una volta nella vita, questa sensazione di fragilità, come direbbe un mio amico “sometimes i feel like I’m made of eggshell”

Amerikka Amerikka Amerikka Amerikkka (1991-2013) 22.000 uova di legno dipinte con resina poliuretanica, 55.000 proiettili svuotati, legno, ferro

C.”Un’altro aspetto che mi interessa particolarmente è la contrapposizione degli opposti, di come essi si contaminano, come qui, vedi: una volta vi erano uno spazio bianco ed uno spazio nero, ma il passaggio delle persone da un ambiente all’altro li ha fatti diventare dello stesso colore”

Cintia Cintia
Cinza (1984-1986) Acrilico su tela, gesso, carbone, cavi, corda, ferro

Proseguiamo per la nostra passeggiata, ad un certo punto C. estrae dalla tasca una bustina con dentro due ghiaccioli ed io penso: “Non credevo fosse una persona così gelida!” [Ma si Sto arrivando!, questo è un sogno e nei sogni possono accadere le cose più impensabili], porge la stessa bustina anche a me e mi chiede di chiudere gli occhi e di mangiare i ghiaccioli quando me lo dirà lui. Lo seguo, sento che stiamo avanzando verso un rumore assordante e che man mano che ci avviciniamo un’aria calda mi viene incontro, quando sento “ORA”, mangio i ghiaccioli ed apro gli occhi. E’ in questo momento della mia vita, che capisco il vero significato della parola SINESTESIA. Non c’è definizione dello Zanichelli o della Treccani che tenga, per spiegare il significato di questa parola, bisogna entrare qui, in Entrevendo. Un’intera esperienza sensoriale.
I cubetti di ghiaccio si sciolgono e noi usciamo da questo tunnel di legno e andiamo oltre, io mi porto dietro un ricordo in più.

Entrevendo Entrevendo(1970-1994) Termoventilatore, tunnel di legno, pezzi di ghiaccio

G: “Mi sembra di sentire il rumore del mare, non riesco a capire da dove proviene, ah ecco forse da li.”
C. mi accompagna verso il luogo da cui proviene il rumore ed entriamo in uno spazio immersivo. Un pontile che sia affaccia su un’apparente distesa d’acqua.
C:”Ecco, è proprio da qui che proviene, ma non è Il mormorio del mare, è quello di voci che sussurrano la parola ‘Acqua’ ripetuta in 85 diverse lingue.”
Guardando bene sotto di me, mi accorgo che quello che percepivo da lontano come movimento è  in realtà statico e ciò che credevo fosse liquido è solido.
G:”e questa quindi, non è acqua, ma l’idea di colore del mare?”
C: “Si, esatto. E’ una distesa di fascicoli aperti, tutto questo spazio in cui siamo non è altro che “una sorta di realtà virtuale low-tech. E’ un gioco sin-estetico di percezioni.

MarulhoMarulho (1991-1997)  Rampa di legno, libri, traccia audioNon riesco quasi ad abbandonare questo posto, in così poco tempo è riuscito a crearmi per lui nostalgia, la stessa che ho per l’elemento del mare. Sono piena di emozioni contrastanti, fragili ma in equilibrio tra loro. Adesso mi alzo, mi dico seduta su questo pontile atemporale, mentre osservo C. che mi saluta con un cenno e diviene sempre più del colore del mare intanto che cammina sul pontile e oltre.

senza titolo-001La conversazione qui riportata è assolutamente immaginaria e rispecchia le mie opinioni e comprensioni circa il mio personale studio sulla figura di Cildo Meireles e la visita alla personale dell’autore intitolata: “Installations” a cura di Vicente Todolí, che si è svolta  dal 27 marzo al 20 luglio 2014, presso HangarBicocca, via Chiese 2, Milano

Giui

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